Competencia Oficial

Far ridere, si sa, è un’arte molto difficile e solitamente poco apprezzata dalle giurie dei festival cinematografici. Eppure Competencia oficial (2021) il film di Gastón Duprat e Mariano Cohn, la coppia di registi argentini dello strepitoso Il cittadino illustre (in archivio N.53) è riuscito nell’ardua impresa di divertire sia la critica più accigliata sia il grande pubblico all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
E lo fa con una storia che accompagna gli spettatori nel dietro le quinte del cinema, raccontando il processo creativo, attraverso la storia di due attori famosi e una regista impegnati nella preparazione di un film che sulla carta deve essere un capolavoro.  Con tre protagonisti strepitosi: Oscar Martínez, Antonio Banderas e Penelope Cruz. Quest’ultima è Lola Cuevas, affermata regista, assoldata da un anziano magnate deciso a lasciare un segno tangibile della sua esistenza producendo un film tratto da un romanzo di un premio Nobel, Rivalidad, storia incentrata sul conflitto tra due fratelli, Pedro e Manuel.
Per interpretarli vengono ingaggiati due attori agli antipodi: Félix Rivero (Antonio Banderas), sex symbol strapagato campione del box office ad Hollywood e Iván Torres (Oscar Martinez) interprete teatrale intellettuale, allergico allo star system. Due professionisti eccelsi ma con ego enormi e conflittuali che la perfida regista vuole alimentare in funzione creativa. I tre si ritrovano così a provare e ri-provare tutto il copione in un infinito duello orchestrato dalle trovate singolari dell’eccentrica Lola.
E sono situazioni davvero comiche che provocano scintille, compreso un brillantissimo scambio di insulti da manuale, e una terrificante sequenza con un masso enorme che incombe sugli interpreti per creare tensione autentica: ne nasce un arguto corpo a corpo sul mestiere dell’attore, scandito dal “Notturno n. 2” di Chopin, tra ignoranza e superbia, cinismo e vanagloria, in un crescendo di tensioni che mette letteralmente a nudo l’arte della recitazione e della regia spogliandola da ogni presupposto intellettualistico con buona pace del vecchio Stanislavskij.
Tempi comici perfetti per una satira simpatica e graffiante su certo cinema d’autore. Insomma un film ideale per chi vuole “scoprire” l’altra faccia del cinema.
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